breve di cronaca
Il testo dell'accordo
Fuoriregistro - 23-06-2003
A PROPOSITO DELL'ALTERNANZA SCUOLA - LAVORO


IL COMUNICATO DEL MIUR

Per 40 mila quattordicenni, già a settembre, nuove opportunità
di istruzione e formazione nelle Regioni
Il Miur, il Ministero del Lavoro e le Regioni danno il via
alla sperimentazione del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione
Un investimento di 200 milioni di euro



(Roma, 19 giugno 2003) Il Miur, il Ministero del Lavoro e tutte le Regioni hanno sottoscritto un Accordo nazionale per assicurare ai ragazzi che stanno sostenendo l'esame di terza media, circa 40mila, il diritto all'istruzione e alla formazione, che potranno esercitare per l'anno scolastico 2003-2004 anche nei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale.

In attesa del decreto attuativo sul diritto-dovere all'istruzione, introdotto dalla legge di riforma della scuola n. 53 del 2003, l'Accordo, che sarà perfezionato in ogni Regione da un'Intesa specifica, introduce la possibilità di attivare percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, cui ci si può iscrivere già dopo la terza media. Questi percorsi dovranno avere le caratteristiche (durata almeno triennale, una quota di formazione culturale generale), necessarie alla validità nazionale ed europea della qualifica. Inoltre l'Accordo garantisce la continuità dei percorsi sperimentali per gli anni successivi, fino alla qualifica. L'Accordo determina infine le risorse necessarie all'attivazione dei percorsi da parte di tutti i soggetti istituzionali coinvolti, da reperire secondo modalità che saranno definite in sede tecnica. Per il 2003 sono stati stanziati circa 200 milioni di euro.

"Viva soddisfazione" è stata espressa dal Sottosegretario Valentina Aprea, per "il grande senso di responsabilità dimostrato dalle Regioni nei lavori di definizione dell'Accordo. Tutti i soggetti istituzionali coinvolti hanno avuto come obiettivo principale l'arricchimento delle opportunità formative da offrire ai ragazzi, in sintonia con le attitudini di ciascuno di loro. In questo modo intendiamo far diminuire la dispersione scolastica e l'abbandono precoce di qualsiasi percorso formativo, garantendo ai ragazzi l'ottenimento di una qualifica professionale di validità nazionale ed europea."



L'ACCORDO




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 Tuttoscuola    - 23-06-2003

Accordo quadro sul canale professionale: quanti allievi lo sceglieranno?


Saranno 40.000, come ipotizza un comunicato stampa del MIUR? Come si fa a prevedere quanti saranno gli allievi che sceglieranno il canale professionale, rinunciando a frequentare l'indirizzo di scuola secondaria al quale pure si erano pre-iscritti, prima che la legge n.
53 (approvata il 28 marzo 2003) abrogasse la legge n. 9/1999 sull'obbligo scolastico?
La confusione e' notevole, e certamente le famiglie avranno qualche difficolta' a scegliere in una situazione nella quale non vengono ancora date certezze sulla struttura del canale professionale. Per ora esso, con una malferma identita' e struttura (ci saranno molte varianti regionali), non ha ancora l'identikit di quel grande sistema di istruzione e formazione professionale, di pari dignita', di cui parla la riforma Moratti.
Comunque, nell'imminenza dell'inizio del nuovo anno scolastico la Conferenza unificata Stato-Regioni-Autonomie locali ha approvato lo scorso venerdi' 20 l'Accordo quadro per la realizzazione, a partire dal prossimo settembre, di percorsi sperimentali di istruzione e formazione. Il documento specifica fin dalla premessa che tali sperimentazioni "non predeterminano l'assetto a regime dei percorsi del sistema dell'istruzione e della formazione professionale", e che la loro principale finalita' (punto 1) e' quella di svolgere una "efficace e mirata azione di prevenzione, contrasto e recupero degli insuccessi, della dispersione scolastica e formativa, e degli abbandoni".
Come si vede, l'attenzione e' rivolta a quella parte della formazione professionale regionale che da tempo si occupa di ragazzi "difficili", drop-out, allievi a rischio di emarginazione sociale. Forse si recupereranno alcune esperienze realizzate nella scuola, specie negli istituti professionali di Stato (il documento accenna a "forme di integrazione" tra i sistemi). Ma, e' bene ripeterlo, tutto cio' ha poco a che vedere con il canale professionale della riforma Moratti.
E', come si dice, una "pezza a colore", e forse un contentino agli enti di formazione, niente di piu'. Purtroppo.